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- 2015 / 2012
- 1995
I cittadini di Paternò l’anno scorso hanno espresso una volontà, una speranza, una richiesta: cambiare. Ma cosa può significare cambiare per una città? Essere più pulita, ordinata, con strade sistemate e aiuole sfalciate? Certo che si, se tutto ciò non c’è stato prima. Ma non solo. Intanto perché per fare alcune di queste cose vanno create condizioni, cercati soldi, trasformati sistemi di lavoro, modi di fare.
Ecco, un cambiamento per essere vero, profondo, decisivo, significa la rottura di abitudini radicate, di comportamenti ripetuti, comporta la nascita di nuovi punti di vista.
Questa amministrazione ha finora fatto tutto il possibile per ristabilire una normalità, senza inseguire eccezionalità pompose, da passarella, lavorando con l’umiltà di chi sa che si pianta, si irriga, si cura, si aspetta vigilando, poi si raccoglie, il contrario non esiste.
Allora un anno di fatiche enormi, a chiedersi ce la faremo, vale la pena, chi ce l’ha fatto fare, e dirsi certo, piano piano ce la faremo, caspita se vale la pena, ce lo fa fare il piacere di vedere i bambini ammirare l’opera dei pupi al piccolo teatro, le luci finalmente accese in un quartiere intero in zona ardizzone, gli abitanti del quartiere insieme agli amministratori pulire e sistemare una piazza abbandonata o le salinelle, una squadra di calcio di Paternò di nuovo in serie D, i ragazzini giocare nel piccolo campetto disegnato in una piazzetta, dove prima c’era solo l’abbandono ed il buio.
Un anno passato a far cosa?