Rieccoci a parlare di bilanci. E si dovrebbe parlare di come una legge nazionale abbia riformato integralmente il sistema della finanza comunale, di come la regione abbia trasferito quest'anno più del 10% in meno rispetto all'anno scorso, ai comuni. Di come, nonostante tutto, il nostro comune resti capace di non andare in dissesto, e quindi di potere fare i mutui per realizzare, finalmente, le strade (alcune) indispensabili e impraticabili, e quindi di non dovere mettere in mobilità il personale che lavora al comune, e di non aumentare al massimo le imposte comunali, che, nonostante nessuno forse lo sappia dire, non sono tutte al massimo, anzi mantengono fasce di esenzione per le categorie che ne possono avere bisogno.

Invece di che si parla? Di un fantomatico debito tra l'AMA (l'azienda idrica) e il comune. Di presunte somme che vanno chieste dal comune all'azienda.

Considerato che non mi pare qualcuno si sia sforzato di spiegare o solo capire di che stiamo parlando, ci provo io. Per essere chiari. Ho letto resoconti di informazione che correttamente hanno dato conto che il parere dei revisori non è stato dato all'unanimità (fatto più unico che raro), altri che si limitano a citare virgolettate le parole dei revisori, senza curarsi di verificarle o di chiedere pareri differenti. Dunque i fatti.

Alcuni decenni fa un privato intenta una causa al Comune di Paternò riguardante lo sfruttamento dei pozzi di sua proprietà. Il privato, dopo anni, vince la causa ed il comune è condannato a pagare. Parliamo del 2001. Dal primo giudizio siamo arrivati ora addirittura alla sentenza in cassazione.

Il sindaco Failla, con una lettera, scrive di ritenere che i soldi pagati dal comune dovevano piuttosto essere pagati dall'ama. Ma, se questa era l'ipotesi, sarebbe stato utile farlo presente durante il processo, in sede di giudizio, piuttosto che dopo essere stati condannati.

Non c'è, in atto, nulla che giustifichi che l'idea di far rivalere il comune sull'ama sia fondata, non c'è nessun motivo per iscrivere delle somme in bilancio, che sarebbero del tutto inventate. Soprattutto non si capisce quale sarebbe il vantaggio per i cittadini paternesi, se l'azienda idrica dovesse versare al comune il milione e mezzo. Chi avrebbe dovuto pagarlo, se non, comunque, i cittadini? A chi serve questa presa di posizione? Tra l'altro le osservazioni dei revisori dei conti del comune, che certamente come professionisti si assumono le responsabilità delle loro azioni, non credo possano valere di più di quelle dei revisori dei conti dell'azienda idrica, che invece queste presunte irregolarità non le hanno riscontrate.

Personalmente confesso di non capire l'operato di questo organismo, e ritenere incredibile che un parere su un bilancio 2015 si basi su un problema non risolto più di 10 anni fa. Certo, negli anni scorsi forse i revisori si occupavano dei bilanci e non delle opinioni di noi politicanti, e allora non rilevavano questi fantasiosi argomenti. E forse anche i giornalisti non ritenevano questo tema importante, finchè non gli è stato suggerito. Ma informarsi, ricostruire, conoscere, dare notizie e non riferire parole di altri, sarebbe una di quelle cose che renderebbe la nostra città meno provinciale.

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