Il servizio di Anno Zero sulla questione Call Center non ha detto nulla di nuovo o sconcertante, per noi paternesi. La realtà mostrata e descritta è quella che conoscevamo. Il problema non è certo se essere d'accordo o meno con l'esistenza del call center o con il fatto di lavorarci. Il problema, in fondo, non è nemmeno che le assunzioni siano determinate quasi tutte da segnalazioni politiche, e che i posti al call center siano diventati la merce di scambio della politica paternese.

E' una cosa squallida e decisamente mediocre, ma non è il problema più grave.

Il problema più grave è che il sindaco e l'amministrazione preferiscano distribuire posti al call center piuttosto che creare sviluppo per la nostra città, far decollare davvero la zona A.S.I. (area di sviluppo industriale, assolutamente sottoutilizzata), avviare una politica legata al turismo culturale e paesaggistico, offrire consulenza ai giovani sulle opportunità comunitarie.
La prospettiva di una vita part time non può essere un vanto del primo cittadino di nessuna città d'Italia, semmai una temporanea necessità.
Difendiamo il buon nome della città, ma difendiamolo da quanti pretendono di farci diventare una colonia sottosviluppata, da quanti pretendono riconoscenza e gratitudine in cambio di un diritto, da quanti non sanno distinguere la differenza tra avere un bisogno ed avere un sogno, perchè forse non hanno mai avuto nè l'uno nè l'altro.

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