Qualche giorno fa abbiamo detto, in una lettera sottoscritta da tutta l'amministrazione:

“chiediamo con forza che Paternò, tutta, reagisca, dicendo da che parte sta. Non basta che ci diciamo tra di noi che siamo indignati o arrabbiati. Occorre dirlo a testa alta, dimostrando concretamente che la maggioranza di questa città è per l'onestà. Occorre scendere in piazza tutti insieme, ritrovando la nostra identità di città unita e coesa, al di là di ogni appartenenza, contro la delinquenza, il malaffare, la mafia, convinti che, al di là di ogni assedio e di qualsivoglia forma di controllo e di repressione, solo una città unita sotto la bandiera della legalità può vincere questa battaglia.”

E questo è successo ieri sera, con la composta e ferma manifestazione che ha percorso la via principale e si è conclusa dinanzi a Palazzo Alessi. Quando l'abbiamo promossa, pensavamo esattamente che accadesse quello che ieri è successo, cioè che una parte dei cittadini onesti di Paternò, insieme ai rappresentanti delle istituzioni e delle forze dell'ordine, percorressero la via principale per dire:

la città non è né dei mafiosi né dei criminali, la città è di chi la ama e la rispetta;

gli onesti, anche se sono più silenziosi e fanno meno scalpore, sono di più, siamo tanti, non siamo soli;

il ruolo di ciascuno è determinante, siamo tutti in prima linea e possiamo fare qualcosa per combattere il crimine, sebbene ognuno secondo le proprie possibilità ed i propri ruoli, dal cittadino che fa la segnalazione tempestiva alle forze dell'ordine, all'amministrazione che deve fare sempre di più per la dignità e la crescita culturale e materiale di Paternò.

Ma credo che non dobbiamo trascurare che c'è stato anche chi non ha capito tutto questo, ha fatto di tutto per sminuire il significato della mobilitazione, politicizzando, come spesso avviene da noi, ogni gesto. C'è stato e c'è chi tenta di speculare anche sul tema della sicurezza, diffondendo notizie false o non complete (ad esempio sulla questione dei “paletti” non autorizzati), e chi si permette di definire “compiacente” il sindaco o chiedergli “coerenza” su questo argomento. È del tutto evidente che in questi ultimi anni l'amministrazione ha tenuto la linea della fermezza contro ogni forma di corruzione e di illegalità, dando segnali inequivocabili di rottura con metodi antichi, lo abbiamo fatto con la rotazione dei funzionari comunali, tanto per iniziare, e con l'acquisizione dei beni confiscati alla mafia, con la costituzione di parte civile nei processi per estorsione, con il controllo del sistema dei rifiuti, la trasparenza di tutti gli atti amministrativi. Siamo coscienti di vivere in una terra in cui le regole sono sempre state considerate un accessorio inutile, e basta vedere come utilizziamo le strade ed i marciapiedi per ricordarcelo, e come si esercita il commercio ambulante. Continueremo a lottare per affermare le regole, come abbiamo fatto reprimendo il fenomeno delle discariche abusive, unendo la repressione alla crescita culturale, ed anche riducendo drasticamente il fenomeno dell'abusivismo edilizio. Per decenni gli amministratori del nostro comune non solo non hanno nemmeno tentato di far rispettare le regole, ma non le hanno fatte rispettare neppure al comune stesso, dato che solo adesso stiamo catastando gli immobili comunali, intimando la riscossione di tributi non pagati dagli anni '90 ad oggi (dove ovviamente siamo ancora in condizione di farlo), registrando gli assegnatari delle case popolari, acquisendo le certificazioni di sicurezza per gli istituti scolastici.

Ma il 23 maggio 2015 è un giorno importante per la nostra città, che ha affermato forte la propria volontà di non piegarsi e rigettare l'indifferenza. Ed oggi, domani e ancora ogni giorno, ognuno dovrà riuscire a tener fede a questo impegno.

 


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