In un comunicato di qualche giorno fa ho fatto riferimento ai tanti problemi "ereditati" che nei primi anni hanno frenato il lavoro della mia amministrazione ed il mio predecessore mi ha chiesto di essere più preciso. Personalmente preferisco parlare di ciò che stiamo facendo in senso costruttivo, ma forse è giusto essere un po' più precisi, perchè sia chiaro che non si tratta della solita affermazione, ma di decine di problemi non risolti, ignorati, che ci costringono ad un enorme lavoro e rallentano la costruzione di qualcosa di nuovo.

Quando ho iniziato ad amministrare il comune di Paternò, nel 2012, ho cominciato a scoprire che i problemi non erano solo quelli che tutti avevamo davanti gli occhi, cioè la crisi economica strutturale che riguarda tutti i comuni della Sicilia, la gravissima situazione della spazzatura, l’immobilismo degli ultimi anni di amministrazione che avevano privato Paternò di progetti importanti, ma che c’erano tante questioni da sciogliere, in molti campi mancavano elementi necessari per svolgere poi l’amministrazione vera e propria.

Più precisamente: non esisteva un regolamento degli uffici e dei servizi. Non esisteva. Lo strumento fondamentale per gestire l’organizzazione del personale comunale, definire i ruoli, dare alla struttura comunale regole e procedure chiare. Il comune era organizzato in 23 unità operative, in alcuni casi composte da poche unità di personale. Perciò abbiamo dovuto fare un regolamento ex novo, e così ridurre anche le unità operative.

Per restare nel campo del personale,  non era stato completato l’iter per assegnare le progressioni orizzontali del 2008, 2009, 2010, né conclusa la transazione per i doposcuolisti, né quella con i lavoratori di una particolare categoria (la cosiddetta 328) e questi problemi li stiamo chiudendo solo ora.

L’albo dei tecnici di fiducia del comune non veniva aggiornato dal 2008. 2008. Non esisteva un regolamento per fare i cottimi fiduciari, per potere incentivare il lavoro delle ditte locali.

Non era stata fatta la catastazione di molti edifici comunali, tra cui le botteghe adiacenti allo stesso palazzo comunale. Ora è stata fatta.

Abbiamo chiesto ed ottenuto dallo Stato il finanziamento di debiti pregressi, certi, liquidi ed esigibili, per un milione  e duecentomila euro (1.266.000 euro, più o meno), evidentemente il comune aveva debiti per almeno questo ammontare. Non sono conteggiati i debiti del comune derivanti da contenziosi che ancora non si sono conclusi.

Non sono state fatte regolarmente le procedure di espropriazione per il terreno su cui sorge il centro diurno per disabili, in viale dei Platani, erano ancora da pagare diverse espropriazioni che riguardavano la cosiddetta “bretella” di S. Marco (anche se la strada era già finita) e quella della zona A.S.I.. Abbiamo ancora da risolvere un contenzioso per una parte di terreno su cui sorge l’ospedale, per il quale l’ultima richiesta dei proprietari è di quasi un milione di euro.

Il finanziamento dell’asilo nido di via Messina, nel quartiere di Scala Vecchia, era stato rifiutato dal nostro comune, ed abbiamo dovuto richiederlo, così come era stato perso il finanziamento per il collettore fognario di zona S. Marco, che stiamo cercando di recuperare. Stessa cosa per il centro per minori di viale Kennedy, nel quale sono in corso i lavori di ristrutturazione, possibili sempre grazie ad un finanziamento, pari a 437 mila euro, che questa Giunta è riuscita a riprendere.

Il progetto dei contratti dei quartieri era, a voler essere riduttivi, in ritardo, ed abbiamo dovuto di corsa completarlo, chiedere una proroga... salvarlo.

Proprio oggi ci troviamo a dover chiudere un tratto della BRETELLA che collega la zona Asi di contrada Tre Fontane e la superstrada Paternò-Catania, un opera costata ben 6 milioni di euro che mostra segni di cedimento a pochi mesi dalla sua inaugurazione. Uno dei tanti lavori pubblici che sono diventati problemi aperti, invece di essere risorse ed opportunità, come il parcheggio di via Bologna, per il quale erano stati assegnati dei finanziamenti ma l'esproprio dell'area non era stato completato, oppure la scuola G.B. Nicolosi, in cui non c'era il collaudo dell'impianto elettrico o la tensostruttura che funge da palestra al II circolo, che era priva di certificazioni di sicurezza.

Molte ditte che dovevano eseguire opere di urbanizzazione a scomputo o versare rate di oneri non l’avevano fatto, senza che il comune si fosse attivato, lo abbiamo fatto ed abbiamo visto asfaltare strade in zona Scala Vecchia, versare oneri e così via.

Le alienazioni che il comune doveva fare erano in alto mare. Iter da ricominciare. Fatto, e terreni venduti.

Decine di pratiche erano ferme per la sussistenza di un vincolo archeologico di cui si è parlato per anni, senza riuscire a superarlo. Fino a poco tempo fa.

Il COM, finito, non era ancora catastato e praticamente non era di nessuno, inutilizzabile dal comune, vandalizzato.

Il velodromo era un alloggio autorizzato per senza dimora di ogni tipo. Nemmeno un dito da parte del comune per anni, lavoro da fare di sana pianta per farlo assegnare al comune e ripulirlo.

SALINELLE- anni di abbandono, discarica praticamente tollerata, oggi è una zona ripulita, videosorvegliata, piano piano diventerà un vero e proprio parco.

Molti locali comunali, privi da anni di manutenzione, erano diventati inagibili o pericolosi.

Il problema rifiuti, al nostro insediamento, era in pratica solo interpretato dal punto di vista economico: pagamenti in ritardo, servizio a singhiozzo, evasione del tributo, spese incontrollate. Il comune “anticipava” somme e non aveva nessun controllo.

Mesi di battaglia ci hanno permesso di arrivare, adesso, ad una situazione di contratti chiari con tutte le ditte della filiera, un controllo preciso sul servizio, che da diversi mesi ormai prosegue con regolarità, sebbene con le difficoltà già note nell’assicurare standard di spazzamento adeguati.

L’azienda idrica ed il comune si trascinavano da anni reciproche pretese economiche, in pratica abbiamo dovuto chiudere contenziosi comune-Ama vecchi di anni. Alcuni servizi, come il trasporto dell’acqua tramite autobotte, erano stati assegnati all’azienda idrica, ma senza seguire procedure che permettano di stabilire chi deve pagare e come.

Il piano cimiteriale, che per legge si aggiorna ogni 5 anni, non era mai stato rivisto.

Queste sono alcune delle cose che hanno tenuto impegnata la giunta Mangano dal 2012 al 2014, cose cui certamente non sarebbe stato necessario dedicarsi se fossero state fatte quando era giusto, o non fossero state ignorate del tutto.

Il nostro comune mancava di molti atti fondamentali per una normale amministrazione, in due anni abbiamo potuto ripristinare la normalità in alcuni settori e cominciare a dotare il comune degli atti che mancavano, e non abbiamo ancora finito, molte delle cose abbandonate negli anni scorsi sono diventate così complicate che metterle a posto richiede un sacco di passaggi, e ci stiamo ancora lavorando.

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