Oltre le cose. Cosa diventerà...

Il percorso di un'amministrazione si giudica, di certo, dai risultati. Ma il valore di un'amministrazione si giudica dalla capacità di progettare, guardare oltre i singoli fatti, avere una prospettiva che rende ogni passo il tratto di un cammino, e non solo un bell'episodio.

Finita la sistemazione della via Vittorio Emanuele. Il risultato è un fatto, ma il progetto è oltre il fatto. Se il giudizio dovesse essere sull'opera, anche il lavoro fatto prima era molto bello, ma non era sorretto da alcuna idea, non mirava ad uno sviluppo della via che potesse essere davvero perseguito.

Il lavoro che abbiamo realizzato adesso risponde ad un disegno, che parte dall'attuazione di un metodo e disegna un traguardo. Il metodo è il confronto, la verifica dei problemi con i cittadini, la valutazione delle soluzioni fatta insieme. In questo caso il dialogo più fitto è stato con i commercianti, quelli rimasti, che da anni vivono la strada, interpretano le esigenze dei cittadini, anche quando non sono perfettamente condivisibili. Non si trasformano le abitudini e le culture negandole, o giudicandole, ma interpretandole per modificarle.

Così l'arredo ha tenuto conto dell'esigenza del transito veicolare, ed anche di un minimo di parcheggio, regolato e a tempo.

Ma dopo il confronto c'è il traguardo. Il traguardo è quello che la via Vittorio Emanuele può diventare, a breve. Cioè una strada di nuovo centrale nelle abitudini di vita dei paternesi, con le botteghe di nuovo occupate da attività, ma che non possono essere più quelle di una volta. Quindi lo scopo che ci prefiggiamo, e nel quale è inserito il lavoro fatto adesso, è quello di far diventare la via Vittorio Emanuele un luogo vissuto da fasce di popolazioni di tutte le età, in cui vi siano attività commerciali o di servizi adeguate alla via principale di una città di 50.000 abitanti.

Il traguardo è raggiungibile, personalmente lo vedo già, e credo che sarà visibile anche ai paternesi, entro pochi mesi. Ed ovviamente il lavoro di recupero del tratto “basso” della via principale non è nemmeno un intervento isolato, ma diventa il tassello di un riordino graduale del centro, che allargherà piano piano la vitalità commerciale fino a cucirsi con zone che oggi sono già marginali, come piazza S.Antonio verso sud, ma anche via Strano e le “Palme” in altra direzione.

Un progetto di sviluppo e ripresa per Paternò che stiamo costruendo pezzetto a pezzetto, mentre l'impazienza dei più chiede di “vedere” cose. A nulla servirebbero (ammesso si potessero fare più in fretta) senza la visione del futuro in cui queste cose sono inserito.

Intanto l'avanzare delle norme tecniche d'attuazione renderà più semplice, entro un anno circa, fare interventi di trasformazione sugli edifici privati nella vasta zona A della città, quella che per molti anni è stata il centro storico, intoccabile.

Per dare un segno di come questo metodo (confronto e traguardo) sia IL METODO che vogliamo usare per trasformare la città, ci possiamo spostare un po' a nord, nell'area di Currone. Anche là stiamo avviando un progetto di qualificazione dell'area, ma nel frattempo lanciamo un bando di manifestazione pubblica per confrontarci con ipotesi di gestione dell'area, con l'immobile e gli stand che stiamo rendendo fruibili, per rendere quest'opera non solo un bell'oggetto, ma un'occasione di lavoro in più, ed una spinta a quell'economia che già esiste a Currone, da anni, e resiste, sotto i colpi della crisi anch'essa.

E potrei continuare con le Salinelle, dove già “vediamo” la prospettiva di una fruizione totalmente nuova grazie agli atti concreti che nelle prossime settimane daranno i loro frutti.

Una città che ricuciamo a poco a poco, che sembra riprendere vita piano piano come un corpo a lungo inerte, ma che deve ricevere la vita dentro di sé, perchè il risveglio sia duraturo e non finto, invece ancora in tanti, sbagliando, sognano che qualcuno la prenda di forza e se la carichi in spalla.  

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