PIANO INTEGRATO. AL LUPO AL LUPO

Ho letto diversi commenti sulla delibera del Piano Integrato che abbiamo approvato a fine dicembre. La maggior parte all'insegna dell'espressione “no alla cementificazione”. Non so, sinceramente, quanti dei commentatori hanno davvero letto la delibera.

Un piano integrato è una proposta che un privato può presentare all'amministrazione, che riguarda una porzione di territorio di cui egli di solito può disporre, un progetto ampio che cerchi di comprendere l'interesse privato e pubblico, che ovviamente il privato propone perchè differisce da quello che era normalmente previsto su quella zona. In pratica con il piano integrato il privato propone al pubblico un utilizzo diverso del territorio, sul quale ha un interesse, ma tenendo conto dell'interesse pubblico.

La legge prevede questa possibilità, e l'approvazione del piano, essendo normalmente una variante alle previsioni urbanistiche, è di competenza del consiglio comunale.

Quello di cui si parla in questi giorni è un piano che ha proposto un privato che è proprietario di ampi appezzamenti di terreno in zona ardizzone, alcune ricadenti in zona di espansione, cioè edificabili, sulle quali è prevista la possibilità di edificare ma anche opere pubbliche, ed alcune nella zona immediatamente confinante con quella edificabile, in terreno a destinazione agricola. Cosa propone il privato? Quella che viene definita anche perequazione, cioè uno scambio, con il quale il privato cede al pubblico parte dei suoi terreni, sui quali vanno realizzate opere pubbliche, e in cambio propone di edificare sui propri terreni, adesso agricoli, con un progetto completo di urbanizzazione della zona.

Cosa può fare un'amministrazione che riceve questa proposta? Valutarne la legittimità, renderla pubblica, e poi valutarne la reale compatibilità con un interesse pubblico.

Abbiamo fatto proprio questo. Abbiamo constatato che la proposta era fatta ai sensi della legge ed abbiamo fatto la famosa delibera che informa il consiglio della presentazione del piano e gli chiede di esprimere considerazioni “PRELIMINARI” sull'eventuale approvazione. Quindi adesso il consiglio, prima ancora di esaminare il piano integrato nel merito, potrà esprimere le sue considerazioni preliminari. A quel punto ciascuno può verificare se il piano in questione cementifica o no, ed esprimersi di conseguenza.

Personalmente ritengo che prima di gridare al lupo sia il caso di valutare se il piano proposto davvero violi il territorio o riesca a cucire i confini della nostra periferia, quanta parte di terreno agricolo sacrifichi ed in cambio di quale qualità dentro il territorio già edificato. Non condivido affatto l'atteggiamento pregiudizievole che tratta ogni proposta privata come scandalosa perchè contiene un interesse, credo che se si può conciliare l'interesse privato con quello della collettività, e da questo incontro può nascere lo sviluppo economico, come accade in molte altre città. Quindi mi piacerebbe che anziché astratte esclamazioni si facessero analisi precise, e che non si usasse sempre l'argomento che “però invece”, cioè quell'argomento che se proponi di fare uno stadio ti dice, però il palazzetto è più importante, o se proponi di fare un parcheggio a nord ti dice però a sud mancano i marciapiedi, come se ogni cosa escludesse l'altra. Non si può tentare di fare l'uno e poi anche l'altro?

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