La ministra Gelmini ha affermato che taglierà 85.000 insegnanti e organizzerà corsi per migliorare la qualità degli insegnanti del sud, che abbassano lo standard della scuola italiana. La ministra ha letto i risultati della ricerca OCSE, che hanno evidenziato una preparazione più scarsa degli studenti del sud ripsetto al resto d'Italia. La Gelmini non ha pensato che al sud non esiste nessuna struttura efficiente per la formazione professionale, quindi nella scuola superiore affluisce anche un'utenza di studenti che in altre regioni si indirizza subito al canale della formazione e dell'apprendistato.

E nemmeno che le potenzialità strutturali delle nostre scuole sono molto inferiori a quelle delle scuole del nord, e nemmeno che il livello di apprendimento di un ragazzo non è solo merito-demerito della scuola ma anche della condizionale socio-economica e familiare in cui il ragazzo vive.
Forse la ministra non ha neanche riflettuto (a quanto ci risulta) su un possibile nesso tra l'ignoranza dei meridionali e le loro preferenze per il centro-destra. E che dire di chi dovrebbe formare questi ignoranti meridionali, saranno ovviamente insegnanti settentrionali, insomma una maestosa opera di inculturazione etnica degna di Stalin e Mao (non ho nessuna intenzione di paragonare Mao alla Gelmini, era così per dire). 

Infine: ho imparato da un vero insegnante che i docenti non hanno solo il compito di trasmettere saperi, ma anche di rappresentare lo stato, la sua cultura, la civiltà, educare al senso delle istituzioni. Ma come ci si può chiedere di rispettare questi uomini e queste istituzioni?

Commenti (vecchio sito):

Re: cattivi maestri Da valeriobuemi a 29/08/2008 10.26
 
Il decreto ministeriale sulla scuola approvato ieri dal C.d.M. aggiunge a mio avviso un ulteriore tassello alla costruzione di uno stato neo-autoritario in Italia. Questo governo e la cultura(?) politica che lo sostanzia hanno l'obiettivo dichiarato di demolire tutte le conquiste democratiche e di civiltà che i movimenti progressisti italiani hanno ottenuto dal 1968 in avanti. Le numerose interviste nelle quali i ministri di questo governo hanno addossato alla temperie culturale nata dalla stagione delle lotte sociali e culturali dei movimenti studentesco e operaio la causa di tutti i mali dell'Italia contemporanea, ci consentono di comprendere l'attitudine manipolativa dei neo-conservatori italiani nei confronti della storia contemporanea italiana (dalla Resistenza fino ai fatti del G8 di Genova) e la ferrea volontà di questo governo di fare tabula rasa di qualsiasi cultura politica che si ponga come obiettivi la giustizia sociale, l'eguaglianza e il superamento dell'oscurantismo culturale.<br>Si sostiene con sfacciata disonestà intellettuale che il voto di condotta e la trasformazione del consigli d'istituto in un organo di supervisione disciplinare possano arginare il bullismo; forse qualche ministro leghista proporrà di imitare il "civile" Texas, dove i docenti sono stati autorizzati a recarsi a scuola armati. Nessuno dei nostri governanti però si pone il problema del tremendo disagio psicologico e culturale che attanaglia gli studenti italiani, nessuno pensa a trasformare la scuola in un luogo di sapere autentico e costruzione di sistemi sociali virtuosi e solidali. L'obiettivo della destra è quello di trasfomare le scuole pubbliche in riformatorii per futuri precari e morti sul lavoro. Tanto i figli della classe dirigente andranno in levigate scuole private, dove quattromila anni di civiltà mediterranea saranno umiliati dalla barbarie del profitto ad ogni costo, del razzismo sociale e della società gerarchica.<br>Concludo esprimendo la disponibilità del circolo "A. Gramsci" del PRC di Paternò a collaborare col PD alla costruzione di iniziative sul nostro territorio volte a ribadire la necessità di una scuola democratica,laica e capace di essere forza di progresso sociale e civile per la nostra comunità
 

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