I giornali parlano di guerra, ma sembra riguardare la cronaca, non la politica, ed ancora meno la vita e le convinzioni di ciascuno di noi. Ma non dovrebbe essere così. Innanzitutto, perchè combattono? Una piccola regione del Caucaso, l'Ossezia, è divisa in Ossezia del nord e del sud. La prima appartiene al territorio della Russia, la seconda a quello della Georgia. Gli Osseti del sud vorrebbero riunirsi ai più ricchi cugini del nord, ma la Georgia non vuol sentirne. Con la buona scusa di soccorrere gli osseti del sud Mosca ha quindi deciso di mandare l'esercito in Georgia a bombardare città ed uccidere civili. La Russia di Putin, che questa volta vuole difendere l'autodeterminazione del popolo osseto, non ha la stessa opinione nei confronti dei ceceni, come si sà. Allora?

Con questa guerra Putin pensa di ostacolare l'entrata nella Nato della Georgia, che ne ha già fatto richiesta, ed evitare di avere l'esercito Nato e americano sotto casa, tra l'altro in quella zona indispensabile al passaggio dei gasdotti verso l'Europa. Sarebbe opportuno che tutta la comunità internazionale si ribellasse all'arroganza della Russia, ma Mosca ha in mano un'arma di ricatto straordinaria, cioè l'approvvigionamento del gas di gran parte delle nazioni europee.
Cosa c'entra con noi? C'entra perchè sul modo in cui noi ci schieriamo sulle questioni internazionali si possono misurare convinzioni e decisioni politiche interne. Ad esempio la questione del federalismo, del rispetto dell'unione europea, delle fonti energetiche su cui basare la nostra economia, e della visione dell'uso delle armi per regolare i conflitti.
Infine, sia il fanatico presidente georgiano che l'arrogante e corrotta classe dirigente di Mosca sono al potere grazie a semplici elezioni, nel rispetto delle regole democratiche dei loro paesi. Non è che bisogna comunque stare attenti?

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