Prendiamo le loro mani, poggiamole su un tampone d’inchiostro e su un foglio. E così non potranno più nascondersi nell’anonimato d’una somiglianza, e noi (chi?) finalmente scopriremo che ognuno di loro (chi?) è diverso dall’altro. E rieccoci al cuore di un tema che è forse il più importante tema della modernità: la persona, l’individuo, il corpo, l’io ed il tu. L’incapacità dei pensieri grandi, incommensurabili, dipende molto dalla riduzione di tutte le affermazioni all’orizzonte delle prime due persone.

A volerlo, si può vedere come il tanto deprecato relativismo non è che questo, il non riuscire ad utilizzare il neutro (vd. Blanchot), quella persona al di là, fuori dal soggetto, sempre nel mondo… Ha prevalso, è questo il dramma, la “coincidenza senza resti tra mondo e senso”. Ma se non vi è un senso oltre, non vi è direzione per il cambiamento, e neppure U-Topia. L'azione stessa appare molto presto priva di significato, animata soltanto da un primo impeto volontaristico (dove è finita la protesta contro la globalizzazione?), ma non da un progetto. Ancora una volta bisogna (il faut, importanza dell’impersonale per l’esistenza dell’etica) partire dal linguaggio, da quel grado zero dell’esistenza che è scegliere parole, organizzarle, trasmetterle. Perchè nel linguaggio deve nascere lo scarto tra il noi ed il mondo che è, nel linguaggio la trasmissione del mondo nuovo.

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